E’ curioso vedersi passare davanti agli occhi la vita che avresti voluto
Un giorno ti svegli e non ti riconosci più.
Hai tentato di costruire la vita che ti avevano raccontato senza mai fermarti un momento a domandarti se è veramente quello che vuoi tu.
E quando la domanda a 35 anni suonati arriva,(…perche arriva!) ci devi fare i conti. Io non lo so se i miei tentativi di vita perfetta era davvero roba mia.
Non ho memoria di me che valuto una vita senza una famiglia e figli.
So solo che ringrazio l’universo che mentre mi affacendavo a costruire la vita “giusta” mi ha dato la curiosità di non smettere mai di studiare (E NON E’ MAI TROPPO TARDI PER RICOMINCIARE!), la determinazione a cercare di migliorare ogni giorno e il coraggio di prendere aerei e buttarmi in situazioni rischiose facendo finta che le mie paure non esistessero.
Adesso ne sono felice se no mi ritroverei depressa su un divano a non sapere da dove ripartire!
So di donne che quando hanno cominciato a farsi questa domanda non avevano coltivato nulla per loro stesse e sembra che a quel punto ci si senta sconfitte in partenza, scordando che nel nuovo millenio puoi ripartire ad ogni età!
Da single, da madre, da moglie!
Le questioni matrimoniali e quelle sulla volontà di avere figli si limitato a :
Lo vuoi o non lo vuoi?
E le risposte dovrebbero essere “Certo!” o “Assolutamente no!”
Ma nella vita reale non è mai cosi.
La mia testa era un subbuglio di idee e pensieri che nemmeno sapevo se erano mie. Erano li da cosi tanto tempo che mi sembrava di dover cercare una conferma stampata e firmata da me stessa in una soffitta piena di scartoffie.
Cercare in mezzo a quel mucchio di fascicoli, progetti di vita, sogni, racconti, raccomandazioni delle nonne, raccomandazioni dalle madri…e così via!
Era arrivato il momento di prendere un fiammifero e dare fuoco a tutta quella carta!
Pensare alla mia testa come una soffitta impolverata piena di fogli che rappresentavano i miei pensieri mi fece pensare ad una meditazione che propongo spesso ai miei allievi di yoga dove ogni foglio-pensiero diventa una barchetta di carta e nel momento dell’espirazione immaginano di soffiarla in un mare immaginario fino a vederla scomparire all’orizzonte.
Un’altra meditazione invece è che durante l’inspirazione immaginano di aprire una finestra in una soffitta chiusa da tempo e comincia ad entrare la luce e il respiro come una folata di vento ogni vota che entra spazza via la polvere e i fogli vecchi…
Ecco tutto molto efficace, ma adesso che mi scorrevano dvanti i 20 anni che vanno dalla mia perdita della verginità ad oggi e mi rendevo conto di aver raccolto talmente tante domande non mie e giusificazioni mie che ne ero ricoperta, ecco adesso risultava troppo lento il metodo delle barchette e della finestra.
Bruciare! Trasformare!
Questa era la soluzione.
Non ne sarebbe rimasto nulla , nemmeno il foglio con la mia identità, ma pensai che quello lo potevo riscrivere da zero, adesso, che non ero più quella di tanto tempo fa. Dormi profondamente quella notte e la mattina seguente quando mi alzai mi riconobbi.
Ho 35 anni sono una donna single che fa il lavoro che ama dal lunedi al sabato per pagare i guai che ha combinato pensando che il vestito da madre e moglie le stesse bene nonostante si sentiva scoppiare e quando ha cominciato a scucirsi ha provato a starci dentro fino ad esserne derisa.
Ora rido anche io.
E’ stato comico.
Un anno fa non avrei detto cosi in piena disperazione.
Ma lo è stato…ma questa è una storia che non racconterò per non rovinare i romanzi che sono stati cuciti sopra.
Se invece di storie cucivano il mio vestito stretto , sarei stata meno spudorata!
Da ora in poi solo vestiti…da me!
O forse… sono solo pippe mentali di una donna.