Il gin tonic è una bevanda amata dalle ragazze perché sembra leggero, non lascia l’alito alcolico e cattivo, non macchia le labbra, e questi sono solo alcuni dei motivi per cui diventa la bevanda preferita delle flapper negli anni ’20.

Il Gin Tonic, infatti, divenne popolare tra le donne negli anni ’20 principalmente per due motivi:

Salute e benessere: Durante questo periodo, l’acqua tonica, che contiene chinino, era considerata benefica per la salute, specialmente per prevenire la malaria e altre malattie tropicali.

Moda e cultura: Negli anni ’20, c’era un grande cambiamento culturale e sociale, con l’emancipazione delle donne e l’espansione delle loro libertà personali.

Il Gin Tonic divenne una bevanda associata alla modernità, alla sofisticazione e alla libertà, rendendolo popolare tra le donne che volevano sperimentare nuove tendenze e stili di vita. Queste donne erano viste come simboli di libertà e modernità, ma dalla maggior parte considerate

“flippanti”, “irresponsabili” e “immorali”.

Le flapper erano giovani donne che sfidavano le convenzioni sociali e morali dell’epoca con il loro comportamento audace e spregiudicato. Indossavano abiti corti, tagliavano i capelli a caschetto, fumavano, bevevano in pubblico e ballavano il jazz. Andavano decisamente contro corrente agli stereotipi della donna che doveva essere

“brava donna” “brava moglie” “brava mamma”.

Beh, se fossi nata in quegli anni sarei sicuramente stata una flapper come Zelda Fitzgerald, figura considerata iconica e controversa.

Zelda Fitzgerald, moglie di F.Scott Fitzgerald il famoso scrittore americano, aveva un atteggiamento anticonformista e fu un’ influencer dell’epoca!

Oggi siamo in tante ad essere considerate “flippate”, “immorali” e “irresponsabili” da donne e uomini, senza differenza.

Alcuni uomini però, si sentono fortemente minacciati, come scopriremo nel racconto in questione.

Un giorno accadde che un uomo sposato con un paio di amanti e un noto vizio per l’alcool gridò a una “flapper dei nostri tempi” tre interessanti appellativi.

Il caso volle che lei avesse un gin tonic tra le mani!

Strano e bizzarro che anche lui lo avesse, dato che ricordiamo essere simbolo di anticonformismo e modernità!

Uno degli appellativi era “sfascia famiglie”!

No no no, non perché lei avesse fatto lasciare qualche coppia! …Effettivamente, il ragionamento è controverso.

La sua accusa derivava da un episodio della famiglia di lei che, dopo dispute e piatti volanti, aveva deciso di dividere chi avrebbe fatto l’insegnante  da chi poteva portar avanti una cucina.

Lei era quella un po’ stravagante e, dopo due anni di attività, aveva scelto di mollare.

Beh, un po’ di discordie ci sono state, ma chi ha una famiglia perfetta? La sua non lo era, ma erano tutti molto belli, e questo non è importante, ma suonava bene.

Il suo lavoro aveva fatto sorgere dubbi anche a suo padre al tempo degli studi, che la voleva architetto, ma poi, quando la vide determinata, la sostenne e la appoggiò nei momenti duri!

Ma non dilunghiamoci che perdo il filo.

Il secondo appellativo, alquanto scontato per un maschilista adirato, è stato… Suonino le trombe “puttana”!

Che delusione!

Mi sarei aspettata di più, ma ve lo racconto lo stesso.

Nonostante un uomo possa avere più di un amante, il che è tutto perfettamente normale, noi donne non possiamo chiudere un matrimonio che non funziona e innamorarci di un altro.

Perché se tutto avviene in breve tempo è scontato che siamo delle prostitute.

Ebbene, la flapper in questione si è separata e dopo sole due settimane è caduta tra le braccia di un uomo che la corteggiava, regalandogli attenzioni che lei non aveva mai avuto in vita sua.

Non è colpa dell’uomo, cos’avete capito!

No, neppure del suo cuore.

E neppure del marito.

La responsabilità è di noi donne che ci ostiniamo a cucire un calzino che si è rotto almeno un centinaio di volte nello stesso punto.

Poi un giorno arriva l’amore che ti toglie il calzino rotto dalle mani, te lo mette in bocca e ti appiccica al muro.

E volete raccontarmi che… va beh lasciamo stare!

Così è stata la “puttana” più fortunata al mondo.

Ha avuto la buona sorte di vivere un rapporto e un matrimonio invidiabile per molte donne e un amore da togliere il fiato dopo. Poi il respiro le è finito e forse è quello il motivo dell’ultimo appellativo: “nana”.

Era un uomo molto alto il secondo effettivamente!

Quindi, come donna con questi tre appellativi e un gin Tonic tra le mani,mi sarei sicuramente aggiudicata un posto nel club delle flapper di Zelda Fitzgerald e forse suo marito mi avrebbe dato un ruolo marginale alle feste nel grande Gatsby!

Ma che avete capito? Non parlavo di me!

Quanti gin Tonic per non pensare a quell’uomo!

E non intendo quello alto, lui era follemente geniale, no neppure il marito che è stato adorabile, parlo di quello che se ne va in giro ad additare donne indipendenti castrato dall’ego che lo rende sicuro tra le sue quattro mura e nel letto di qualche amante. Inebriato e rabbioso.

Classico maschilista anno 2025!

C’erano anche nel 1920 i maschilisti e chissà se erano davvero molti di più!

Ma questa è un altra storia, abbiamo già rotto il silenzio e ciò creerà un pò di scompiglio!

Con tanto affetto alle donne che scelgono

e con tanto rispetto a quelle che tengono botta!

E questi son cazzi… non pippe mentali di una donna!

 

Nataly Write

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